A San Valentino 2026 uscirà “Wuthering Heights”, ultimo adattamento del romanzo omonimo del 1847 di Emily Brontë, una delle tre celebri sorelle scrittrici inserite nel canone della letteratura inglese.
Romantico e gotico come pochi altri, Cime Tempestose ha saputo affascinare autori e registi, e nel corso del tempo il racconto dell’amore impossibile e immortale tra Heathcliff e Catherine non ha mai stancato. Una volta Ralph Finnes e Juliette Binochet, un’altra Tom Hardy e Charlotte Riley, e indietro fino agli anni 50, diversi attori e attrici hanno vestito i panni dei protagonisti della storia ambientata nelle ostili brughiere dello Yorshire inglese.
È il 2025, e quest’anno sono stati Jacob Elordi e Margot Robbie a ricevere l’incarico di far rivivere ancora una volta il celebre intreccio di amore e vendetta rovinosa.
È uscito il teaser trailer alcuni giorni fa, e le immagini ci rivelano qualcosa che forse non ci aspettavamo. La firma di Emerald Fennell, regista di Saltburn (Saltburn!), poteva suggerire che le cose sarebbero state un po’ diverse rispetto alle versioni precedenti. In qualche modo ne abbiamo la conferma anche se solo dopo averlo visto si potranno trarre alcune conclusioni.
Per abituare il pubblico a questo remake, la regista ha forse lasciato un indizio del fatto che la sua versione sarebbe stata differente, irriverente rispetto al testo, un misto di modernità in abiti ottocenteschi e molto più sesso che sentimenti aulici seppur struggenti.
Questo indizio potrebbe passare inosservato, ma i più attenti hanno iniziato a farci caso, rendendo partecipi i social di quelle minuscole virgolette a corredo del titolo, che in realtà aprono una riflessione più seria. Le virgolette sono infatti parte integrante del titolo e non un modo per citarlo correttamente.
Come a dire: è Wuthering Heights, ci sono Heathcliff e Catherine ma non proprio loro, la storia è quella, ma non in modo completamente fedele. Sarà insomma Cime Tempestose, ma in modo diverso e lo vedrete. Con buona pace di tutti i rimostranti che accusano Fennell di non essersi attenuta abbastanza alla penna della Brontë.
Abituandoci a trame che si infittiscono fino a risolversi in una scioccante verità, nell’intreccio tra mistero, intelligenza calcolatrice e spietata, e dimensione corporea (vedi Saltburn), forse ritroveremo lo stesso in questa pellicola in costume, tra corpetti che si stringono in modo doloroso, pioggia martellante e tensione sessuale palpabile, dato che anche delle uova rotte sembrano essere capaci di lanciare un messaggio erotico.
Un assaggio pacifico di questo:
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T.E.
