Nel cuore millenario del Palatino, il Letterature – Festival Internazionale di Roma ha inaugurato la sua 24ª edizione nel segno di una parola semplice e universale: Ritorni.
Un tema antico quanto l’uomo, che attraversa l’Odissea, le scritture sacre, i racconti degli esuli, le confessioni intime degli scrittori contemporanei. Ritornare come gesto fisico, come memoria, ritornare per ricominciare.
La kermesse, promossa dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e curata dal Dipartimento Attività Culturali, si svolge dall’8 al 19 luglio alle 21, a ingresso gratuito.
L’8 luglio il Festival si è aperto con la poesia di Mariangela Gualtieri, e con i romanzi di László Krasznahorkai, Ali Smith e Paolo Nori.
Il 9 luglio Tommaso Ragno leggerà i versi del poema epico per eccellenza, l’Odissea, mentre Ilja Leonard Pfeijffer e Liz Moore affronteranno il tema del ritorno come nodo psicologico e culturale. Con loro anche Andrea Bajani, vincitore del Premio Strega 2025.
L’11 luglio, anniversario della strage di Srebrenica, sarà dedicato alla memoria storica: la scrittrice Elvira Mujčić leggerà Un luogo sicuro, un testo che parla di ritorni impossibili. Accanto a lei, Jenny Erpenbeck, Georgi Gospodinov e Benjamín Labatut.
Le serate del 13 e 15 luglio saranno dedicate ai ritorni di chi non c’è più. Il 13, l’attore siciliano Michele Riondino leggerà una poesia inedita del conterraneo Andrea Camilleri, scritta nel 1944, con introduzione di Chiara Valerio. Il 15 luglio, Isabella Ragonese darà voce a un diario di Flannery O’Connor, in occasione del centenario della nascita della scrittrice statunitense.
Il 16 luglio, Vivian Lamarque chiuderà il ciclo poetico del Festival, accanto a Eshkol Nevo, Nadia Terranova e Azar Nafisi.
La serata finale del Festival si svolgerà il 19 luglio all’Idroscalo di Ostia, dove Nicola Lagioia concluderà la rassegna parlando di guerra e destino umano, accompagnato dalle musiche dei Mokadelic.
Nel tempo della distrazione e della fuga, Letterature ci ricorda che tornare, a una pagina, a una storia, a noi stessi, è un atto creativo.
Non è solo un gesto del passato, ma un’apertura al futuro. Ritornare non significa fermarsi, ma scegliere da dove ricominciare.
