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Kanye West non può più entrare in Australia, ha scritto una canzone troppo controversa

Fonte: frame di "¥$, Ye, Ty Dolla $ign - Talking / Once Again (feat. North West)" videoclip Youtube

 

“Chi promuove idee vicine al nazismo non può essere accolto in Australia.” Ad affermarlo, giustificando la decisione di negare al rapper americano Kanye West l’ingresso nel Paese, è stato il ministro dell’Immigrazione Tony Burke durante un’intervista all’emittente ABC.

 

L’artista, che ora si fa chiamare Ye, ha infatti pubblicato recentemente una canzone in cui inneggia al dittatore tedesco, dal titolo – che non potrebbe essere più esplicito – Heil Hitler. È stata pubblicata in rete l’8 maggio in occasione dell’80° anniversario della sconfitta della Germania nazista e fa parte dell’album WW3. L’esclamazione si ripete nel ritornello, cantato da Kanye e dai The Hooligans, e continua fino alla fine del brano, dove compare anche un audio tratto da un discorso del Führer del 1935, in cui invitava a votare per lui e a sostenerlo politicamente.

 

È un azzardo, una reale adesione agli ideali della dittatura del secolo scorso, un’operazione di marketing o un esperimento artistico?

 

All’inizio del video musicale su YouTube compare un disclaimer, aggiunto dopo che il video era stato vietato per violazione delle linee guida sui contenuti d’odio:

Questo video contiene contenuti che potrebbero essere considerati controversi o provocatori. È presentato esclusivamente come forma di espressione artistica e comunicazione creativa, tutelata dal Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti. Il titolo, i testi e i temi non sono intesi a promuovere, glorificare o incitare all’odio, alla violenza o a comportamenti illegali. Quest’opera rappresenta un esercizio di libera espressione e deve essere interpretata nel contesto della libertà di parola e della creatività artistica. Ogni interpretazione è soggettiva, e qualsiasi offesa percepita non è responsabilità del creatore. Si consiglia vivamente la visione a discrezione dello spettatore.

 

Tuttavia, le parole utilizzate, associate alla storia personale del rapper, rendono questa premessa un po’ debole e potrebbe apparire più un tentativo estremo di far parlare (ancora) di sé. 

 

Non è  infatti la prima volta che West flirta con ideologie estremiste: nel 2023, per citare un esempio, indossò un cappuccio in stile Ku Klux Klan durante un’esibizione.

 

In questo contesto, la decisione del governo australiano di revocargli il visto appare come una conseguenza coerente.
“Ha pronunciato molti commenti offensivi che i miei funzionari hanno riesaminato dopo l’uscita della canzone”, ha spiegato Burke nel programma Afternoon Briefing, sottolineando che la normativa australiana prevede la revoca dei permessi in caso di esternazioni o atti ritenuti gravi e discriminatori.

 

Insomma, Kanye West stavolta ha superato un limite che l’Australia non è disposta a tollerare. E sebbene il provvedimento non sia un divieto permanente, rappresenta comunque un segnale forte e inequivocabile.

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