Sono 25 i comuni della penisola in lizza per diventare Capitale italiana della Cultura 2028.
Hanno risposto all’avviso pubblicato dal Ministero della Cultura, chiuso lo scorso 3 luglio. Le selezioni per individuare il luogo più adatto a ospitare il titolo sono già in corso: il processo richiede tempo e grande scrupolosità. Per i territori, infatti, è complesso presentare un progetto dettagliato che sia concretamente realizzabile e sostenibile dal punto di vista economico; allo stesso modo, la giuria di esperti incaricata di proclamare la città vincitrice dovrà esprimere il proprio verdetto con attenzione, valutando nel complesso i molteplici aspetti che possono incidere sulla buona riuscita del programma. Il responso arriverà a marzo 2026.
Diventare Capitale italiana della Cultura rappresenta un’occasione unica per le amministrazioni locali: un’opportunità per valorizzare il patrimonio artistico, storico e ambientale, incentivare il turismo, attrarre investimenti e promuovere le specificità dei territori.
Tra le regioni più rappresentate figura il Lazio, con ben cinque candidature:
Anagni (provincia di Frosinone), Pomezia (provincia di Roma), Tarquinia (provincia di Viterbo), Rocca di Papa (in gara come parte dell’Unione dei Comuni “Città Caudina”) e la stessa Unione “Città Caudina”.
Le altre città in competizione sono: Ancona, Bacoli, Benevento, Catania, Colle di Val d’Elsa, Fiesole, Forlì, Galatina, Gioia Tauro, Gravina in Puglia, Massa, Melfi, Mirabella Eclano, Moncalieri, Pieve di Soligo, Rozzano, Sala Consilina, Sarzana, Sessa Aurunca, Valeggio sul Mincio e Vieste.
