Roma si regala una nuova oasi sulle sponde del suo fiume. È stato infatti inaugurato il parco d’affaccio tra Ponte Milvio e Ponte Flaminio, un angolo di natura rigenerata che si snoda lungo 6,5 ettari di verde, là dove il Tevere scorre con una calma antica e suggestiva.
Un milione di euro per trasformare un’area dimenticata in un polmone verde dove la natura torna protagonista. Un intervento pensato non solo per il tempo libero, ma anche per far riscoprire ai romani il legame profondo con il loro fiume, spesso nascosto o dimenticato. Un viaggio tra pioppi, passerelle e storia millenaria
Appena varcata l’entrata del parco, ci si immerge in un paesaggio inaspettato tra passerelle in legno, salici che sfiorano l’acqua, un sottobosco curato punteggiato di nuove piante e arbusti scelti per valorizzare l’ecosistema fluviale originario. Ma non si tratta solo di verde, lungo il percorso si incontrano tre aree di sosta realizzate in legno, ognuna con una sua identità.
La prima, poco distante da Ponte Flaminio, è pensata come luogo di quiete. Qui una vecchia vasca in disuso è stata trasformata in un giardino acquatico, popolato di piante igrofile tipiche del Tevere. La seconda area è un’ampia radura. L’ultima area di sosta, verso Ponte Milvio, regala una vera sorpresa, qui riaffiorano secoli di storia e un cippo romano del 52 a.C. che segnava il limite dell’alveo del Tevere, insieme a un tratto dell’antica via Flaminia con il suo caratteristico basolato. Poi ancora un muro in tufo e persino porzioni degli antichi argini in pietra. Un patrimonio che ora si può ammirare da vicino, liberato da detriti e incuria.
Questo è il quarto dei cinque “parchi d’affaccio” previsti in vista del Giubileo e si collega direttamente alla ciclabile lungo il Tevere. Non è solo una passeggiata nel cuore della città. È un invito a fermarsi, osservare, ascoltare. A ritrovare, nella frenesia romana, un luogo dove il tempo rallenta.
Valeria Calà
