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Ecco perché i Daft Punk si sono sciolti

Nel 2021 i Daft Punk decidono di sciogliersi dopo 28 anni di musica.
L’annuncio della separazione arrivò attraverso un video bizzarro, in pieno stile per la band, con il duo di musicisti che usciva dallo schermo salutando il pubblico.
Un saluto che inizialmente era parso momentaneo ma che poi, come confermò il loro manager, era, in realtà, molto definitivo.

 

A due anni di distanza da quell’evento, Thomas Bangalter, uno dei due membri del duo parigino, ha parlato della fine dei Daft Punk in un’intervista rilasciata alla BBC.
Bangalter racconta che insieme a Guy – Manuel ha cambiato la musica del tempo, principalmente il pop, e il loro sound era stato e veniva copiato da chiunque quasi da creare un mini genere che da unico era, quindi, diventato banale.

 

Per di più, entrambi vivevano molto visceralmente i loro personaggi, nell’intervista li paragona ad un’installazione artistica di Marina Abramović che è durata 20 anni, tanto da sentirsi schiacciati dalle figure che avevano creato e dalla tecnologia che non solo era parte integrante della loro musica ma che, intorno a loro, continuava ad aumentare e a prendere possesso della vita di tutti.
Proprio per scappare dalla tecnologia e, soprattutto, per vivere il mercato e la produzione musicale in maniera più serena, senza venir per forza schiacciati dalla loro identità di performer, i due hanno deciso di sciogliere i Daft Punk chiudendo un enorme capitolo della loro vita e della storia della musica mondiale.

 

Attualmente, Bangalter scrive balletti di danza contemporanea seguendo una tradizione di famiglia visto che parte dei suoi parenti lavora e lavorava nel mondo della danza: una su tutti sua mamma che è passata a miglior vita di recente.

 

 

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