La mostra dedicata a Joan Miró intitolata “Il costruttore di sogni” al Museo Storico della Fanteria di Roma fino al 23 Febbraio 2025 ci fa tornare bambini e ci permette di sorridere di fronte al genio di uno dei pittori che hanno segnato la storia dell’arte.
Le opere che danno vita alla mostra sono molto diverse tra loro.
Il primo capolavoro che colpisce è Rupestre XI, un’acquaforte che lascia senza fiato.
Degli schizzi neri coprono la superficie bianca.
Questi schizzi dinamici che sembrano venire da un gesto istintivo, da un’ispirazione improvvisa e primordiale, danno dinamismo all’opera che emana energia e mistero.
Quest’immagine risveglia la nostra memoria che ci porta indietro nel tempo a quando l’arte non doveva per forza descrivere o rappresentare ma poteva solo esprimere il bisogno originale di lasciare il segno, di liberare la nostra creatività lasciandole contaminare la materia.
Le opere di Miró possono sembrare semplici ma vi è un’idea molto delicata dietro ogni figura e forma.
Su una parete della mostra c’è scritto “se anche una sola forma è fuori posto, la circolazione s’interrompe; l’equilibrio è spezzato.“ questo fa vedere come la precisione e l’intenzione, magnificamente mascherate, giochino un ruolo fondamentale nelle opere di Miró.
Come l’ordine permetta alle figure di trasmettere quella vitalità e quel dinamismo che caratterizzano le sue opere.
Un’altra opera affascinante è le porteur d’eau IV.
In quest’opera Miró riesce a ritrarre un portatore d’acqua, in maniera del tutto surreale, usando delle linee curve e delle sfere di colore.
Non compare il viso ne il corpo ma riusciamo a percepire l’andamento del portatore grazie alle tracce di colore fluide e una sfera blu brillante che simboleggia l’acqua e che attira il nostro sguardo.
Non è la realtà, ma la sensazione di quest’acqua portata dal protagonista che è fatto di sfumature e sagome surreali, un soggetto invisibile e visibile essenziale, dinamico e surreale.
È l’ordinario che diventa straordinario grazie alle forme astratte e al colore, grazie alla magia di quel genio che è Miró.
Un’altra opera fondamentale della mostra è deux personnages, una tela grottesca in cui una figura chiude la mano in un pugno aggressivo, come per sferrare un sasso, verso un altro personaggio.
Quest’opera rivela l’anima grottesca e orrenda della guerra.
Non c’è traccia di romanticismo o fascino, c’è solo il meschino orrore del conflitto tra due figure che se uno guarda bene, si assomigliano.
Alla fine troviamo un’opera particolare chiamata derrière le miroir, dietro lo specchio in cui Miró lascia che il suo nome diventi parte dell’opera.
Ci sono degli schizzi neri, e degli elementi colorati che sembrano occhi.
Tutto è surreale e ludico.
Quest’opera rivela ciò che è, come suggerisce il titolo, derrière le miroir ovvero dietro lo specchio.
Quest’immagine rivela ciò che si cela dietro alla nostra immagine riflessa, il giovane, il bambino che vuole solo giocare con i colori, che vuole costruire i sogni che sfuggono alla realtà.
Miró ci restituisce la nostra infanzia e ci riempie di quello spirito di pura leggerezza e autentico divertimento che fa bene alla mente e al cuore.
Andate a vedere la mostra di Joan Miró, il costruttore di sogni, fino al 23 Febbraio 2025 al Museo Storico della Fanteria di Roma.
Roma, 08/10/2024
Ludovico Crisanti Cucchiella
Autore
Daniela Benvenuti
Direttore Musicale