Il concerto di Lana del Rey del 4 Giugno a Milano ha segnato la nostra epoca. L’unica data italiana della cantautrice statunitense ha radunato sessantasettemila persone.
Tra cui tantissimi giovani che hanno indossato corone di fiori per ammirare la cantante che ha fatto innamorare il mondo con i suoi capolavori tra i quali Summertime Sadness, Born to Die e Videogames. E proprio cantando uno di questi classici, Videogames ha conquistato Milano. Born to Die ha fatto impazzire la folla di persone che era venuta ad ascoltarla e Summertime Sadness ci ha fatto cantare a squarciagola, uniti nel ricordo della tristezza estiva, degli amori che appassiscono sotto il sole devastante dei desideri in fiamme. Ma è con Videogames che Lana del Rey ha sbalordito tutti con la sua voce dolce e vitale che confessa “It’s you it’s you, it’s all for you. Everything I do.” ovvero tutto quello che fa, e forse che facciamo, è per qualcuno. Ha cantato questa ballata immortale con una dolcezza e una forza mai sentite prima. Con la sua voce morbida e maestosa ha spogliato le nostre anime e riempito i nostri cuori.
Poco più di dieci anni fa nell’era della musica conformista e del pop commerciale e superficiale che inondava quasi tutte le radio, c’era lei, Lana del Rey che con il suo album Born to Die parlava di sentimenti profondi, gioie e dolori, sogni, morte e amore. Le sue canzoni coraggiose ci hanno portato negli abissi dell’anima per poi innalzarci e farci raggiungere quel posto sopra le nuvole, dove il sole dell’amore splende e scalda il cuore. E ogni parola di questa cantautrice straordinaria dava vita a delle immagini che ricordavano Woodstock, e l’era del rock and roll. Le sue ballate evocano il sogno di giovinezza e libertà che è entrato nel mito e ancora incanta le nuove generazioni. Lei canta ogni parola delle sue poesie inestimabili, con la sua voce, lenta, luminosa e morbida, che ritrae la donna vulnerabile, fiera e forte di cui il mondo si è innamorato. Ogni sillaba è sublime, destinata a essere ascoltata dall’anima e accolta dal cuore. Il concerto era pieno di giovani venuti da tutte le parti del mondo. Abbiamo incontrato australiani inglesi, americani, francesi, gente che veniva da tutte le parti. E tutti lodavano Milano che ci ha permesso di avvicinarci al concerto con i mezzi pubblici efficienti e puntuali e con una metro che rende la città facilmente attraversabile. Ho parlato con gente che veniva da Napoli, da Torino, da Reggio Calabria da Roma per sentire lei che è stata la nostra musa, la nostra voce. Tanti erano stupiti nel vedere così tante persone. Per la prima volta noi che la seguiamo dagli inizi abbiamo capito che la nostra Lana era cresciuta a tal punto da fare la storia e diventare leggenda. E noi siamo cresciuti con lei.
Lana del Rey è l’icona del nostro tempo, lei è diventata il volto indimenticabile di una generazione che stanca della superficialità vuole riscoprire le profondità dell’amore anche a costo di vivere la tristezza. Lei ci ha fatto provare la gioia e la forza di quel sentimento che resiste al passare del tempo e rimane inciso nella memoria e nell’anima, per tutta la vita. Come canta Lana, There is a tunnel under ocean boulevard. C’è un tunnel sotto Ocean boulevard, c’è un’altra via segreta sotto al percorso superficiale e semplice dell’era contemporanea, che venera sorrisi inconsapevoli e piccoli piaceri. C’è qualcosa di più, c’è l’amore triste e tenero, mortale e invincibile della nostra poetessa nata per morire. Lei è la nostra icona, il volto degli anni in cui una parte di umanità voleva vivere qualcosa di più forte di più profondo. Lei ha cantato le maestose forze della vita, la morte e l’amore, e ha osato donarci la speranza di un legame che sopravvive al tempo. Grazie Lana, per averci reso parte della tua leggenda.
Roma, 14/06/2024
Ludovico Crisanti Cucchiella
Autore
Daniela Benvenuti
Direttore Musicale