Un risultato clamoroso e destinato ad alimentare il dibattito politico e sociale: Roma si classifica ultima nella graduatoria sulla qualità della vita per i giovani tra i 18 e i 35 anni, una classifica a dir poco impietosa ma prevedibile, elaborata da Il Sole 24 Ore e presentata al Festival dell’Economia di Trento. La Capitale si piazza al 107° posto, segnando un netto distacco rispetto ad altre grandi città italiane.
Roma non si può di certo definire un Comune virtuoso, difficile gestire una metropoli, i suoi numerosi abitanti e il flusso crescente di turisti che contribuiscono ad acuire i problemi già esistenti. L’indagine parte dall’analisi annuale sulla Qualità della vita del quotidiano economico che ha suddiviso per la prima volta i dati in tre classifiche distinte per fasce d’età: giovani (18-35 anni), bambini (0-10 anni) e anziani (over 65). Sono stati presi in esame 12 indicatori specifici per ogni fascia, tra cui tasso di occupazione, imprenditorialità giovanile, canone medio d’affitto, numero di locali culturali, spazi sportivi, servizi digitali e accesso alla formazione.
A guidare la classifica per i giovani è Gorizia, seguita da Bolzano, Cuneo e Trieste. Il Nord Est, in generale e l’Emilia Romagna, dominano le prime dieci posizioni con un mix di opportunità lavorative, vivacità culturale e buona qualità dell’ambiente urbano.
Roma, invece, scivola all’ultimo posto, penalizzata da una serie di criticità strutturali che impattano direttamente sulla quotidianità dei giovani. Il tasso di disoccupazione è tra i più alti tra le grandi città italiane, con molte difficoltà nel trovare lavori stabili con retribuzioni che non vadano sotto la soglia dello sfruttamento. Il caro vita insostenibile, con gli affitti in prima linea, che non è calmierato nemmeno dalle istituzioni che dovrebbero quantomeno vigilare sulle speculazioni che avvengono in città sotto gli occhi di tutti. Inoltre l’accesso ai servizi, alla mobilità pubblica e agli spazi di socialità risultano frammentati e inefficienti.
Molti giovani romani vivono ancora con i genitori, spesso per necessità economiche e faticano a immaginare un futuro autonomo nella loro città. L’offerta culturale, sebbene ricca, è spesso appannaggio delle classi più abbienti. A questo si aggiungono problematiche legate alla sicurezza, al degrado in alcune periferie e una percezione diffusa di mancanza di opportunità.
Il dato lanciato da Il Sole 24 Ore mette sotto i riflettori un’urgenza evidente: ripensare le politiche giovanili nelle metropoli, investendo su lavoro, casa, mobilità e spazi di aggregazione. La Capitale in un certo senso e il Comune di Roma nello specifico, hanno iniziato un percorso di riqualificazione urbana con un focus sulla mobilità. Ma è chiaro a questo punto che siano necessarie delle politiche congiunte con il Governo per poter garantire alla città e ai suoi abitanti la dignità che meritano.
Valeri Calà
