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Globo Vintage Questa è la Storia [Roma 100.7 fm]
today15/11/2025 61
Una nuova app già disponibile in versione beta, sta facendo discutere… e non poco. Si chiama 2wai (si pronuncia “two-way”) e si propone come la prima social app per avatar umani generati dall’IA.
Con un semplice video girato con lo smartphone, è possibile creare un “HoloAvatar” che assomiglia a te, parla come te, e persino ricorda come te. L’obiettivo? Trasformare volti famosi, creatori o familiari in assistenti virtuali con cui puoi chattare in tempo reale.
Ma è nella sua funzionalità più controversa che 2wai ha attirato l’attenzione: la possibilità di ricreare avatar interattivi di parenti deceduti, permettendo alle persone di “continuare a parlare” con madri, padri o nonni attraverso uno schermo.
Il promo mostra proprio questo scenario: una donna incinta che consiglia al figlio tramite l’avatar della madre morta. Un’immagine che ha scatenato reazioni forti e contrastanti sui social.
Il dibattito è aperto, da un lato, 2wai viene promossa come strumento di memoria, connessione e creatività: “crea un gemello digitale e parla con icone, leggende, o te stesso”, recita la descrizione ufficiale. Dall’altro, gli esperti e gli utenti sollevano una serie di questioni etiche, psicologiche e sociali: se è possibile “ricostruire” la presenza di una persona deceduta, chi decide i limiti? In che misura una relazione virtuale può interferire con il processo del lutto? E quanto è sicura la propria identità digitale?
La reazione online è stata per lo più negativa: parole come “disturbante”, “macabro” o “The real Black Mirror” sono ricorrenti nei commenti. Alcuni utenti temono che il modello di business, in parte basato su abbonamenti per mantenere in vita gli avatar, possa far sorgere dinamiche poco salutari.
Quali scenari si aprono? In campo professionale, 2wai offre anche soluzioni per brand, influencer e aziende: avatar in più lingue, assistenti virtuali personalizzati, engagement continuo con il pubblico.
Un passo avanti nella “economia dell’avatar” che punta a rendere la presenza digitale qualcosa di permanente.
Ma quando l’avatar è un parente che non c’è più, la domanda cambia. È intrattenimento? Commercio? Terapia? O qualcosa che ancora non sappiamo come definire?
Ci viene da immaginare lo scenario più estremo: cimiteri senza fotografie, senza fiori, senza lapidi tradizionali, ma file di tombe con uno schermo incorporato, ognuna con il proprio avatar pronto a parlare, sorridere e ricordare battute di famiglia. Un futuro in cui non lasci un epitaffio, ma un’interfaccia.
Con app come 2wai, la linea tra realtà e Black Mirror sembra ogni giorno un po’ più sottile.
What if the loved ones we’ve lost could be part of our future? pic.twitter.com/oFBGekVo1R
— Calum Worthy (@CalumWorthy) November 11, 2025
Scritto da: Federico Mancosu
In diretta su Radio Globo dal lunedì al sabato dalle 20:00 alle 24:00
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