Musica

Lady Gaga a Milano, l’opera gotica del pop va in scena con “The Mayhem Ball Tour”

today20/10/2025 52

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Due notti sold out, migliaia di fan in delirio e un’arena trasformata in una cattedrale post-moderna: Lady Gaga ha riportato il suo universo visionario a Milano con “The Mayhem Ball Tour”, regalando uno degli show più potenti degli ultimi anni.

Il palco dell’Unipol Forum di Assago è diventato un vero teatro gotico, dove musica, performance, moda e simbolismo si sono fusi in un’opera pop totale.

Tra il pubblico, volti noti dello showbiz italiano e internazionale: Mahmood, Elodie, Donatella Versace, Stefano De Martino e Achille Lauro sono stati avvistati tra gli spalti. Ognuno di loro, icona di stile a suo modo, sembrava perfettamente a proprio agio nel clima di eccesso estetico che solo Lady Gaga sa creare. Presenti anche influencer, designer, attori e insider del mondo della moda milanese.

Non un semplice concerto, ma un evento culturale. Lo spettacolo, articolato in quattro atti, è stato costruito come una pièce teatrale con un ritmo preciso, scenografie mutevoli e cambi di registro emotivo.

 

Ogni atto ha avuto una sua estetica:

Atto I: apertura trionfale con Lady Gaga issata su una struttura a forma di trono-cattedrale, tra fumi, luci sacre e danzatori in abiti ecclesiastici dark.

Atto II:
esplosione industriale e cyberpunk, con coreografie aggressive, laser, fiamme e costumi di pelle.

Atto III: intimità e vulnerabilità, con la Germanotta al pianoforte, capelli sciolti, luci soffuse. Un momento di silenzio commosso in cui ha ricordato le sue nonne italiane con voce rotta dall’emozione.

Atto IV: rinascita finale, tra piume rosse, fumo e cori da stadio.

 

Il pubblico esplode su Born This Way e Stupid Love, chiudendo in apoteosi. Il palco a più livelli, i maxi schermi con visual art in stile barocco digitale, le passerelle che tagliavano l’arena, i costumi trasformisti (firmati anche dalla sorella della popstar, Natali Germanotta, insieme ad Hardstyle): ogni dettaglio ha contribuito a creare un’esperienza immersiva, che più che un concerto è sembrata una liturgia laica.

Lady Gaga ha mostrato, ancora una volta, che il pop può essere teatro, rito, arte visiva. Non è solo una questione di hit (anche se non sono mancate Poker Face, Bad Romance, Alejandro, Rain On Me), ma di identità artistica che evolve, sorprende e coinvolge.

Le due date milanesi saranno ricordate non solo per lo show impeccabile, ma per l’atmosfera unica: quella che si crea quando un’artista non si limita a esibirsi, ma costruisce un mondo in cui far entrare il suo pubblico. E Milano, per due notti, è diventata quel mondo.

 

 

 

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Scritto da: Valeria Calà